Gobbi L.
Parole chiave: coccidiosi, profilassi vaccinale, linee “precoci” di Eimeria spp.
L’impiego dei coccidiostatici nell’alimento è stato per molti anni il solo metodo valido nel controllo delle Coccidiosi del pollo da carne.
Tali sostanze, pur svolgendo tuttora un ruolo primario nel sostenere con profitto la produzione avicola mondiale, non sono del tutto scevre da problemi d’uso.
Infatti, fenomeni di resistenza insorgono sempre più frequentemente non solo nei confronti di quelle molecole già utilizzate da molti anni, ma anche per quei coccidiostatici di più recente utilizzo (1).
Inoltre, non vanno dimenticati gli effetti indesiderati, rappresentati da quadri tossici conseguenti a iperdosaggio o errato impiego (2) e soprattutto vi è il rischio sempre incombente di un loro residuo nelle carni degli animali macellati.
Sono queste le ragioni che negli anni più recenti hanno indirizzato la Ricerca sullo studio delle difese immunitarie indotte e soprattutto dei vaccini nei confronti delle Coccidiosi del pollo (4, 5).
Molti tentativi sono stati fatti in tal senso, ma a tutt’oggi i risultati più confortanti sono stati ottenuti in animali sottoposti a immunizzazione attiva con vaccini costituiti da oocisti sporulate, appartenenti a linee “precoci” (attenuate) delle principali specie di Eimeria responsabili di infezione nel pollo (3, 6). Queste linee “precoci” sono caratterizzate dalla riduzione del tempo di prepatenza e quindi del grado di moltiplicazione nelle strutture dell’epitelio intestinale, ma soprattutto dall’attenuazione della loro patogenicità intrinseca.