M. Tamba, P. Massi, E. Finelli, G.Tosi
Parole chiave: avicoli, Influenza Aviare, monitoraggio, sorveglianza
I virus dell’Influenza Aviare (AI) che infettano il pollame vengono divisi in due distinti gruppi sulla base della loro patogenicità sul pollo: ceppi ad alta patogenicità (HPAI) e ceppi a bassa patogenicità (LPAI). In Italia solamente per i casi dovuti a virus HPAI sono previsti provvedimenti di Polizia Veterinaria (2). Dal 1959 ad oggi, nel mondo si sono verificate 18 epidemie di HPAI e tutte hanno riguardato virus appartenenti ai sottotipi H5 e H7 (1). Questi sottotipi però presentano anche ceppi LPAI e la mutazione di patogenicità da LPAI a HPAI era già stata osservata per il sottotipo H5 negli USA e nel Messico (1). Questo fenomeno invece non era stato registrato per il sottotipo H7 prima di dicembre 1999, quando un ceppo di virus influenzale H7N1 a bassa patogenicità che circolava nella popolazione avicola del Nord Italia dal mese di marzo mutò, diventando HPAI.
In seguito alla mutazione del virus sono state prese diverse misure di polizia sanitaria volte alla eradicazione dell’infezione dal territorio nazionale, tra queste è stato istituito a partire dal mese di gennaio 2000 il controllo clinico e sierologico dei gruppi di riproduttori, delle pollastre prima dello spostamento e dei pulcini di 1 giorno all’arrivo in azienda, quando provenienti dalle province senza focolai (3). Il controllo sierologico aveva principalmente lo scopo di individuare ed evitare il movimento di gruppi di animali infetti da virus LPAI.
Scopo della presente nota è illustrare i risultati dei controlli sierologici svolti dai Servizi Veterinari Ufficiali della Regione Emilia Romagna nel periodo in cui tali misure sono state mantenute (gennaio-maggio 2000).