M.P. Franciosini, E. Fringuelli, O. Tharuni, G. Guelfi, G. Asdrubali
Parole chiave: circovirus, piccione, PCR, sangue, contenuto intestinale
La diagnosi di infezione da Circovirus nel piccione risulta problematica dal momento che non è possibile la coltivazione del virus e non sono disponibili antisieri specifici per la ricerca dell’antigene; pertanto l’esame istologico e l’indagine alla M.E a contrasto negativo fino ad ora sono state le procedure diagnostiche più applicate (4,1). Il recente clonaggio e la determinazione della sequenza nucleotidica del genoma di PiCV (5) ha comportato lo sviluppo di nuovi strumenti per la diagnosi di infezione da Circovirus nei piccioni, quali il test di PCR e di DBH (test di ibridazione dot blot) (6).La maggior parte delle procedure descritte si riferisce ad indagini condotte post mortem; solo recentemente, infatti, Hatterman et al. (3) hanno messo a punto un test di DBH, eseguito su campioni di sangue, che consente una diagnosi in vivo delle infezioni da Circovirus.
L’obbiettivo principale di tale lavoro è stato quello di eseguire il test di PCR a partire da campioni costituiti da sangue e da contenuto intestinale, al fine di poter valutare la possibile applicazione di questa procedura per indagini diagnostiche ed epidemiologiche.