R. Ceruti, L. Gavazzi, A. Volorio, A. Zanella

Parole chiave: virus anemia infettiva aviare (CAV), broiler, ELISA

L’infezione da virus dell’anemia infettiva aviare (CAV) è diffusa nel pollo in tutto il mondo. L’agente patogeno è un piccolo DNA virus a singolo filamento, senza envelope, recentemente classificato come Gyrovirus, famiglia Circoviridae. Causa una malattia nei pulcini caratterizzata da grave anemia, deplezione linfoide (particolarmente atrofia del timo), emorragie diffuse ed elevata mortalità (5-30% e oltre). La malattia si manifesta nella progenie quando i riproduttori si infettano durante la deposizione, sia pure senza apparente effetto sulla deposizione, fertilità e schiusa.
CAV è quindi trasmesso verticalmente per 4-6 settimane e la progenie manifesta la malattia nelle prime 2-3 settimane di vita. La crescita degli animali guariti è stentata e spesso aggravata da dermatite
(blue wing) e da altre infezioni batteriche, dovute all’effetto immunodepressivo del virus (1, 2, 3 e 4).
I broilers possono infettarsi anche orizzontalmente, dopo la scomparsa degli anticorpi materni (3a settimana). Ciò potrebbe risultare in una minore performance, dovuta ad una forma subclinica dell’infezione (7, 8), anche se tale condizione non è stata sempre confermata (3, 5 e 6). In alcune ricerche sierologiche anticorpi anti-CAV sono stati evidenziati alla macellazione in una variabile percentuale di allevamenti di broiler, talvolta oltre il 50% (3, 6, 7, 8).
Anche a causa di questi controversi effetti economici della trasmissione orizzontale dell’infezione subclinica del broiler, abbiamo voluto investigare la situazione nel nostro paese.