Giacomelli M., Menandro M.L., Pasotto D., Piccirillo A.

La campilobatteriosi, zoonosi provocata dalle specie termofile di Campylobacter, attualmente rappresenta un notevole problema di Sanità Pubblica. Le specie termofile di Campylobacter, riconosciute responsabili di malattia diarroica nell’uomo fin dagli anni ’70, sono infatti i principali agenti di gastroenterite batterica a livello mondiale, con 190.566 casi umani confermati nell’Unione Europea nel 2008 (EFSA, 2010) e 2,4 milioni di casi annui stimati negli Stati Uniti.
Il serbatoio dell’infezione è rappresentato dal tratto gastroenterico di numerosi mammiferi e uccelli domestici e selvatici, che albergano Campylobacter spp. senza manifestare alcuna sintomatologia e lo eliminano tramite le feci in quantità elevata.
Tra le numerose specie reservoir, i volatili da reddito rivestono un ruolo di rilievo nella trasmissione dell’infezione all’uomo. Infatti, non solo essi sono il serbatoio principale del microrganismo, ma il consumo di carne di pollo (soprattutto poco cotta) rappresenta il principale fattore di rischio nella trasmissione dell’infezione all’uomo (Wingstrand et al., 2006).
Nella maggior parte dei casi le infezioni da Campylobacter spp. sono autolimitanti, ma talvolta, soprattutto in bambini, anziani ed in pazienti immunodepressi, possono manifestarsi con quadri di enterite acuta e prolungata e nell’1% dei casi dare infezioni extraintestinali, che necessitano di terapia antibiotica (van Hees et al., 2007). Gli antibiotici di prima scelta nella terapia delle forme gravi o complicate di campilobatteriosi umana sono i macrolidi, seguiti dai chinoloni e dalle tetracicline. Si tratta di molecole impiegate anche in ambito veterinario e nei confronti delle quali un numero sempre maggiore di Campylobacter spp., isolati sia dagli animali che dall’uomo, sta sviluppando resistenza.
Date le importanti implicazioni di Sanità Pubblica dell’infezione da Campylobacter termofili nelle specie avicole, si è voluta indagare la loro presenza in allevamenti intensivi di polli broiler del Nord Italia e la loro sensibilità ad un panel di antibiotici.