Caroli A., Circella E., Di Paola G., Cafiero M.A., Giangaspero A., Pugliese N., Legretto M., Camarda A.

Dermanyssus gallinae (De Geer, 1978) (Mesostigmata: Dermanyssidae) rappresenta uno dei problemi parassitologici più rilevanti ma anche più sottovalutati che l’avicoltura moderna si trova ad affrontare. Questo acaro, infesta prevalentemente il pollo ed il tacchino, ma è segnalato anche in numerose specie di uccelli selvatici e d’affezione.  È diffuso sia negli allevamenti avicoli a terra sia in quelli in batteria, prediligendo particolarmente le galline ovaiole e i riproduttori (Chauve, 1998).  La sua importanza è evidente se si esaminano le statistiche sulla prevalenza negli allevamenti di vari paesi Europei ed extraeuropei: le prevalenze di D. gallinae, infatti, in numerosi paesi, possono raggiungere valori dell’80-90% (Sparagano et al., 2009), con punte del 100% in alcune aree della Polonia (Cencek, 2003).
D. gallinae è un parassita ematofago obbligato, non permanente in quanto rimane sull’ospite solo il tempo necessario ad effettuare il pasto di sangue (Baker, 1999). Il livello di infestazione sull’animale può essere molto elevato (si stimano popolazioni di acari anche fino a 30.000 per soggetto), e si traduce frequentemente in sintomi clinici e cali della produzione che difficilmente l’allevatore attribuisce all’azione del parassita (Nordenfors et al., 2000).
Questa parassitosi è da considerare senz’altro una patologia professionale; gli acari, infatti, frequentemente infestano gli operatori addetti alla cura degli animali, che riportano rush cutaneo, prurito e dermatite (Cafiero et al., 2011).
D. gallinae è stato anche riconosciuto quale potenziale vettore di vari agenti patogeni (ad es. Salmonella gallinarum, Salmonella enteritidis, Chlamidia psittaci, Erysipe-lothrix rhusiopathiae) per l’uomo o per gli animali (Chirico et al., 2003; Valiente Moro et al., 2009; Circella et al., 2011; Camarda et al., 2012). Questa abilità renderebbe possibile la diffusione e la persistenza di patologie all’interno degli allevamenti anche dopo periodi di vuoto sanitario (Camarda et al., 2012).
Per il controllo delle infestazioni da D. gallinae sono impiegate numerose molecole: carbammati, organofosforici, piretrine e piretroidi, amidine (amitraz) (Chauve, 1998).
Alcune di queste, in particolare Amitraz, Piretrine e Piretroidi sono comunemente e dichiaratamente impiegate negli allevamenti avicoli italiani (Cafiero et al., 2010).
Un fattore limitante all’uso degli acaricidi negli allevamenti consiste nel loro divieto di utilizzazione in presenza di animali. Da pochi anni, è stata introdotta sul mercato una molecola appartenente alla classe degli organofosforici (phoxim) (ByeMite, Bayer®) caratterizzata da un periodo di sospensione di sole 12 ore e pertanto impiegabile anche in capannoni in cui siano accasati animali.
La riduzione dell’efficacia degli acaricidi segnalata in campo dagli operatori del settore, ma anche da recenti risultanze sperimentali (Marangi et al., 2009) ha ispirato il presente lavoro in cui tre diverse molecole acaricide, appartenenti alle classi più frequentemente impiegate negli allevamenti, sono state testate in vitro su popolazioni di D. gallinae provenienti da aziende avicole distribuite sul territorio italiano. La ricerca, condotta in un arco di tempo di circa 5 anni, ha inteso valutare l’evoluzione della sensibilità manifestata dalle popolazioni di acari nel tempo.