Bano L., De Zan G., Viel L., Drigo I., Fracas V., Vascellari M., Agnoletti F.
Riemerella anatipestifer è un bacillo Gram-negativo, asporigeno, immobile, catalasi ed ossidasi positivo, causa di una grave malattia contagiosa tipica dell’anatra domestica che prende il nome di setticemia essudativa (1). In tale specie l’intervallo di maggiore suscettibilità all’infezione varia da 1 a 6 settimane di vita, mentre risulta rara nei riproduttori. Provoca ingenti perdite economiche nei sistemi di allevamento intensivo di anatidi, con elevata morbilità e mortalità variabile tra 5 e 50%. L’infezione può inoltre sporadicamente interessare l’oca, il tacchino ed il pollo (1). In quest’ultima specie le segnalazioni sono estremamente scarse tanto che negli ultimi 40 anni se ne contano solo 2: una in Australia e l’altra in Asia (2, 3).
Nell’anatra si ritiene che il patogeno, presente nell’ambiente, penetri nell’ospite attraverso le vie respiratorie o tramite lesioni traumatiche cutanee, soprattutto a carico del piede. Una volta entrata in allevamento, la patologia diventa endemica con andamento stagionale a trasmissione orizzontale (1). Dopo un’incubazione di 2-5 giorni si manifestano i segni clinici che comprendono depressione e atassia, scolo oculo-nasale, sintomatologia respiratoria, diarrea verdastra e sintomatologia nervosa terminale caratterizzata da tremori del capo e del collo che precedono il coma (1).
La lesione tipica negli anatidi è una diffusa poliserosite, maggiormente evidente su pericardio e fegato. Possono essere inoltre presenti meningite, necrosi del tessuto linfoide, frequente salpingite mucopurulenta o caseosa ed una forma d’infezione cronica localizzata che si manifesta a carico delle articolazioni o come dermatite necrotica del dorso ed in sede pericloacale (1).
In questo lavoro vengono descritti gli aspetti clinici e diagnostici di due episodi d’infezione da Riemerella anatipestifer del pollo da carne osservati in Italia nel corso del 2012 e 2013.