Circella E., Caroli A., Legretto M., Pugliese N., Marino M., Camarda A.

Circovirus, famiglia Circoviridae, è un virus privo di envelope, a DNA circolare a singolo ilamento (Niagro et al., 1998). Il suo genoma codiica per due proteine principali, replication associated protein (Rep) e coat protein (CP). È inoltre presente la regione ORF (open reading frame), la cui funzione non è stata ancora ben deinita (Varsani et al., 2010).
Nei pappagalli, questo virus è ben noto e viene deinito BFDV (Beak and Feather Disease Virus), in quanto causa una patologia denominata Malattia del becco e delle penne (Psittacine Beak and Feather Disease – PBFD), in quanto caratterizzata da anomalie a carico del piumaggio e del becco (Gerlach, 1994).
La rilevanza di questa patologia è legata alla immunodepressione che si osserva nei soggetti colpiti, dovuta a deplezione dei tessuti linfoidi, in particolare timo e borsa di Fabrizio, che li predispone a frequenti infezioni secondarie di natura batterica e/o fungina (Katoh et al., 2010; Todd, 2004). Nei pappagalli, l’infezione da circovirus è stata identiicata in più di 60 differenti specie di psittacidi e si ritiene abbia distribuzione pressochè mondiale (Todd, 2004; Cathedral-Ortiz et al. 2010). Tra le altre specie di volatili, Circovirus è stato identiicato nei canarini (Todd et al., 2001; Rampin et al., 2006), nei piccioni (Mankertz et al. 2000; Todd. et al. 2001; Duchatel et al., 2006; Todd et al. 2008), negli struzzi (Shivaprasad et al. 1993; Eisenberg et al. 2003), nelle oche (Todd. et al. 2001; Chen et al. 2003) nelle anatre (Smyth et al., 2005), nel corvo australiano (Stewart et al. 2006) e nel diamante di Gould (Shivaprasad et al., 2004; Circella et al. 2014). In queste specie, gli effetti dell’infezione non sono ancora ben chiari. Analogamente, le manifestazioni cliniche descritte possono variare da caso a caso, anche a seconda della specie colpita. In questo lavoro, viene riportato il riscontro di circovirus in una gru coronata (Balearica regulorum).
Tale stipite è stato identiicato in un esemplare di gru coronata adulto, asintomatico, che si trovava in un giardino zoologico del Sud Italia. Nella stessa struttura, sia pure in voliere differenti, erano presenti pappagalli appartenenti a specie diverse.
Il virus è stato identiicato mediante PCR utilizzando due protocolli diversi, con due differenti coppie di primers, BFDV2/4 (Ypelaar et al., 1999) e DCiVf/r (Todd et al., 2001). Le PCR hanno permesso di ampliicare due frammenti, del peso molecolare atteso rispettivamente di 700 bp e 550 bp. L’analisi delle sequenze corrispondenti ai frammenti ottenuti hanno confermato l’identiicazione di circovirus, che è stato denominato IT82. Il genoma completo del virus è stato poi ampliicato e sequenziato per l’analisi ilogenetica del virus identiicato.
La sequenza ottenuta è stata comparata inizialmente con quelle corrispondenti ai genomi completi di circovirus identiicati presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria in pappagalli appartenenti a specie differenti (tabella 1), e successivamente con le sequenze corrispondenti presenti in GenBank.
Dalla prima analisi sul genoma completo, IT82 identiicato nell’esemplare di gru coronata ha mostrato un’identità nucleotidica del 96% con IT24, individuato nel cacatua e del 95,6% con IT60, riscontrato in un cenerino (tabella 2).
Rispetto a tutti i virus considerati, la sua distanza in termini di differenza percentuale della sequenza nucleotidica, è risultata compresa tra 4 % e 8,6 %.
Strettamente correlato in base alla sequenza nucleotidica ad IT24 ed IT60 (igura 1), IT82 presentava una sequenza ripetuta vicino all’ipotetica origine di replicazione più corta rispetto agli altri stipiti. Inoltre, IT82 condivideva con questi la sequenza ripetuta nella regione compresa tra i nucleotidi 1128 e 1164, ma presentava altre due sequenze ripetute nelle posizioni 1756-1767 e 1808-
1795. Dalla comparazione tra la sequenza di IT82 e le sequenze, presenti in GenBank, corrispondenti a circovirus identiicati in diversi Stati ed in pappagalli di specie diverse, è emerso che IT82 (gru coronata), così come IT24 del cacatua ed IT60 del cenerino, cui risultava strettamente correlato, rientravano in uno stesso cluster che comprendeva circovirus identiicati in psittacidi, tra cui cenerini, parrocchetti dal collare (P. kramerii), e due diverse varietà di rosella (Platycercus) in Polonia ed in Portogallo tra il 2008 ed il 2011 (Julian et al., 2013; Henriques et al., 2010).
In base ai criteri stabiliti da Fauquet et al. (2008) e Varsani et al. (2011), IT82 deve pertanto essere classiicato come BFDV. Tale risultato è particolarmente signiicativo se si considera che la specie in cui è stato identiicato, è molto distante ilogeneticamente dall’ordine Psittaciformes (Hackett et al., 2008).
L’infezione non ha avuto alcuna ripercussione sulla gru risultata infetta. Tuttavia essa assume rilevanza per la possibile trasmissione interspeciica dell’infezione.
Infatti, la gru coronata infetta si trovava in un giardino zoologico dove erano presenti psittacidi, sia pure separati in quanto allevati in voliere diverse, ed è ipotizzabile, anche in base ai risultati delle analisi ilogenetiche, che l’infezione riscontrata nella gru derivi dai pappagalli. Si ritiene infatti improbabile che il virus identiicato nelle penne fosse una semplice contaminazione, in quanto l’estrazione di DNA è stata condotta dalla parte cellularizzata del calamo, separata accuratamente dal resto. Essendo circovirus  stabile nell’ambiente (Todd, D. Circoviruses: immunosuppressive threats to avian species: a review. Avian Pathology, 29, 373-394. 2000), è possibile che il virus sia passato dai pappagalli alla gru facilmente per via indiretta. I pappagalli presenti, che comunque non è stato possibile analizzare, non manifestavano alcuna sintomatologia. Questo è un fenomeno comunemente noto proprio negli psittacidi, in cui l’infezione può decorrere anche asintomaticamente in animali adulti, mentre induce lesioni e mortalità nei giovani. La gru, oltre ad essere un soggetto adulto, rappresenterebbe un ospite non preferenziale per il virus, che vi ha attecchito, ma non ha indotto manifestazioni cliniche riconducibili alla malattia del becco e delle penne.
In ogni caso, la gru potrebbe potenzialmente fungere a sua volta da serbatoio dell’infezione per i pappagalli. Questa possibilità assume particolare rilievo se si considera che la gru è, allo stato libero, un animale migratore che pertanto può veicolare il virus da un’area geograica all’altra, favorendo tra l’altro fenomeni di ricombinazione genetica tra virus insistenti in territori diversi.