Paolo Guerra, Paolo Radeghieri
Erroneamente noto come “pidocchio rosso” – per pidocchio ci si riferisce invece ad un insetto – il Dermanyssus gallinae (De Geer) (Mesostigmata: Dermanyssidae) è un acaro.
Rappresenta uno dei più pericolosi ectoparassiti degli allevamenti avicoli [Fig.1]; la sua presenza massiccia, soprattutto a carico delle galline ovaiole arreca ogni anno pesanti ricadute sulla produttività degli animali. Diffuso in tutto il mondo, è riconosciuto il suo ruolo probabile di vettore di diversi patogeni virali e batterici (Sparangano et al., 2014). In condizioni ottimali compie l’intero ciclo vitale in una settimana. L’acaro si nutre del sangue dei volatili sia nelle forme giovanili, che da adulto, in quanto la femmina necessita di proteine per fare maturare le proprie uova (Chauve, 1998). D. gallinae passa la maggior parte della sua esistenza nascosto in vari pertugi presenti nell’allevamento e solo durante le ore notturne si muove alla ricerca dell’ospite su cui nutrirsi e sul quale non dimora a differenza di altri acari ornitofili come Ornithonyssus sylviarum (Canestrini e Fanzago) che completano il loro ciclo vitale sull’animale di cui si nutrono. Le ovaiole attaccate manifestano insofferenza, irritabilità, diminuzione della produttività e in casi estremi, con pullulazioni massicce dell’acaro, dall’anemia fino alla morte.
Nonostante lo svuotamento degli allevamenti e le operazioni di pulizia e di disinfestazione con acaricidi, l’acaro e le stesse uova possono annidarsi ugualmente negli anfratti dei capannoni e nelle pertinenze manifestandosi in modo massiccio non appena vengono introdotte le galline ovaiole. Per una efficace azione contro gli stadi vitali degli infestanti, all’interno di un allevamento è stato effettuato un trattamento con le elevate temperature con il duplice scopo di determinare la valenza di questo metodo contro D. gallinae e per esaminare l’applicabilità del sistema nell’ambito degli allevamenti. Il metodo delle elevate temperature, quale alternativa all’impiego dei gas tossici è utilizzato in Italia da diversi anni nel settore alimentare (Guerra, 2009) ed è oggi considerato un valido sistema per la disinfestazione, anche ovicida, applicabile nei pastifici (Guerra et al. 2012) e nei molini (Guerra, 2013).