Marino M., Pugliese N., Circella E., Caroli A., Legretto M., De Virgilio C., Romito D., Camarda A.
Salmonella enterica subsp. enterica serovar Gallinarum (S. Gallinarum) è un batterio Gram negativo, anaerobio facoltativo, immobile, ed è l’agente eziologico della tifosi aviare. La malattia può causare, nei volatili, diarrea, anoressia, calo della ovodeposizione e mortalità elevata, con conseguenti gravi perdite economiche per gli allevatori. (Shivaprasad, 2003).
La tifosi aviare è una malattia soggetta a denuncia. L ’organizzazione internazionale della sanità animale, inoltre, ha emesso specifiche direttive per la prevenzione e il trattamento della malattia (OIE, 2010b), ed ha stabilito i criteri per la diagnosi differenziale tra Salmonelle mobili e immobili.
Attualmente, le metodiche standard sono basate sulle tecniche di isolamento ed identificazione colturali, esplicitate dalla norma ISO6579:2002, che consiste nel prearricchimento non selettivo seguito da una fase di arricchimento selettivo e successive colture su terreni selettivi, a cui segue l’identificazione basata su test biochimici e la sierotipizzazione (Popoff et al., 1997) (ISO 6579:2002).
Tuttavia, tale metodica è laboriosa e generalmente necessita di almeno cinque giorni per giungere all’individuazione del germe.
Per ridurre i tempi di identificazione della S. Gallinarum, sono stati sviluppati diversi saggi molecolari tra cui un protocollo di seminested PCR validato per l’identificazione di S. Gallinarum che si è dimostrato particolarmente sensibile, oltre a ridurre notevolmente i tempi di analisi rispetto alle procedure standard batteriologiche (Pugliese et al., 2011).
Queste metodiche molecolari, tuttavia, consentono solo di valutare la positività di un campione al germe ma non permettono la quantificazione del DNA bersaglio eventualmente presente nei campioni analizzati.
In tal senso, la Real Time PCR, o PCR quantitativa (qPCR) rappresenta un valido approccio sperimentale utile per ottenere informazioni qualitative e quantitative.
Scopo di questo studio, pertanto, è stato quello di mettere a punto una strategia di qPCR sensibile e specifica, utile non solo ad identificare ma anche quantificare la carica batterica di S. Gallinarum presente nei campioni sottoposti ad analisi.