Matucci A., Stefani E., Tondo A., Dal Prà M., Quaranta E., Paladino A., Bekô K., Gyuranecz M., Catania S.

Mycoplasma gallisepticum (MG) è un patogeno ampiamente diffuso che colpisce numerose specie avicole, può trasmettersi per via orizzontale (contatto diretto, aerosol, polveri, penne) ma la via principale di trasmissione è verticale da animale infetto alla progenie attraverso l’uovo (1). Crea tipicamente un quadro clinico respiratorio con sinusiti ed aerosacculiti con conseguente mortalità, ritardo nella crescita e scarti al macello oltre a mortalità embrionale. E’ dunque un importante capitolo di perdite economiche per l’industria avicola (2). Per far fronte alla problematica sono disponibili sul mercato europeo vaccini vivi attenuati come il 6/85 (Nobilis@ MG 6/85, MSD Animal Health) o il ts-11 (Vaxsafe@ MG, Bioproperties Pty Ltd.). Risulta utile in ambito epidemiologico e di sorveglianza sanitaria poter identificare e correlare i ceppi circolanti con i focolai di infezione ed inoltre poter differenziare i ceppi wild da quelli vaccinali. Differenti metodi molecolari sono stati messi a punto per identificare i ceppi (3,4,5), e quelli che risultano di maggiore interesse sono basati sul sequenziamento di particolari regioni geniche (gene targeted sequencing: GTS), come mgc2 (CDS MGA_0932) (6) e 16S-23S rRNA-IGSR (7) ma non consentono una standardizzazione elevata dei dati ottenuti. Tra i metodi di genotipizzazione basati su sequenza con alto potere discriminatorio e sicuramente standardizzabile troviamo la metodica MLST (multi locus sequence typing), che si basa sull’analisi di mutazioni nella sequenza di un set scelto di geni housekeeping. Brevemente, ad ogni differente gene con specifiche mutazioni viene assegnato un numero che definisce un allele del gene stesso, la sequenza di alleli assegnati al set di geni creano un “sequence type” numerico (ST) univoco che identifica il ceppo di MG analizzato. Scopo di questo studio è stato quello di valutare la metodica MLST applicata a Mycoplasma gallisepticum e pubblicata recentemente (8) su campioni conferiti all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie (IZSVe) dal 2010 con differente provenienza geografica (bacino mediterraneo) e sottoposti ad isolamento e tipizzazione mediante analisi di sequenza del gene mgc2 (9). Contestualmente è stata valutata la stabilità genetica che questa metodica riesce a rivelare nel tempo impiegando un ceppo dopo vari passaggi in coltura.