Musa L., Franciosini M.P., Branciari R., Menchetti M., Marenzoni M.L., Ranucci D., Shtylla Kika T., Casagrande-Proietti P.

L’uso indiscriminato di antibiotici nel pollame ha contribuito al progressivo aumento della resistenza batterica alle principali classi di antibiotici quali chinoloni, tetracicline e beta-lattamici (Van Den Bogaard et al., 2000; Hricovà et al., 2017). Inoltre, la continua esposizione dei batteri a una grande varietà di  β-lattamici ha causato la mutazione delle β-lattamasi batteriche, responsabile dello sviluppo di resistenze anche nei confronti di β-lattamici di nuova generazione. Questi enzimi sono noti come β-lattamasi a spettro esteso (ESBL). Escherichia coli è una delle specie batteriche in cui la selezione dei geni di resistenza è avvenuta più rapidamente negli anni a seguito dell’uso diffuso e improprio di antimicrobici (Tadesse et al., 2012). I geni responsabili della resistenza sono spesso localizzati in elementi genetici trasferibili come plasmidi e integroni (Ahmed et al., 2013; Cavicchio et al., 2015) e gli E. coli patogeni e commensali possono facilmente ricevere geni di resistenza antimicrobica e trasmetterli ad altri batteri del microbiota intestinale anche per coniugazione (Carattoli et al., 2008;  Laxminarayan et al., 2013). In questo scenario, polli e tacchini commerciali sono considerati un importante serbatoio di isolati multiresistenti di E. coli ed E.coli ESBL per l’uomo (Falgenhauer et al., 2019). Per garantire al consumatore una maggiore sicurezza alimentare, numerose aziende avicole si sono rivolte a linee di prodotti ottenute da allevamenti antibiotic- free e biologici ottenuti senza o limitando l’uso  di antibiotici. In alternativa all’impiego degli antimicrobici attualmente  il controllo delle malattie in campo avicolo, soprattutto per E. coli,  si  basa in prevalenza sulla qualità dell’ambiente e del management  e sull’utilizzo di prodotti alternativi quali prebiotici , probiotici e vaccini autogeni (Fanatico et al., 2009; Diaz-Sanchez et al., 2015;  Koutsianos et al., 2020). L’azione  esercitata dal sistema di allevamento, nel controllo dei batteri resistenti agli antibiotici nelle carcasse di pollo (Cui et al., 2005; Miranda et al., 2008), presenta spesso  aspetti contraddittori. Da studi condotti da Kim et al. (2018) è emerso che nel caso di Enterococcus spp. i tassi di contaminazione batterica erano inferiori nelle carcasse di pollo biologico rispetto alle carcasse di pollo ottenuto da allevamenti convenzionali, così come il livello di resistenza a determinati antibiotici e la presenza di ceppi multiresistenti. Al contrario, Parker et al. (2016) hanno dimostrato  la presenza di Salmonelle  ESBL in prodotti a base di carne di pollo ottenuti da allevamenti antibiotic-free ed inoltre  la mancanza di differenze tra i loro geni ESBL e quelli di Salmonelle isolate da prodotti a base di carne di pollo allevato tradizionalmente. L’obbiettivo di questo lavoro è stato quello di contribuire a definire il ruolo giocato da diverse tipologie di allevamento (convenzionale, biologico e antibiotic-free) nell’influenzare  la suscettibilità antimicrobica dei ceppi di E. coli e la diffusione di E. coli ESBL, in campioni prelevati al macello da soggetti  all’arrivo e alla macellazione.