Stefani E., Matucci A., Gastaldelli M., Cristovao Borges L., Righetti V ., Vianello S., Tondo A., Catania S.

Mycoplasma synoviae (MS) è un microrganismo considerato patogeno e che può provocare ingenti perdite economiche nell’industria avicola. Può trasmettersi sia per via verticale dai riproduttori alla progenie, che orizzontale tra individui dello stesso allevamento e diversi allevamenti. MS causa sinoviti e forme respiratorie principalmente in polli e tacchini, nelle galline ovaiole è correlato al calo di deposizione e del peso medio delle uova e può anche dare origine all’anormalità dell’apice dell’uovo (EAA) con conseguenti perdite economiche (1). Per contenere l’impatto negativo di MS e della sua diffusione, vengono applicate negli allevamenti strategie di potenziamento della biosicurezza, mentre in caso di positività eventuali trattamenti antibiotici possono contribuire a mitigare l’impatto dell’infezione sulle performance. Nella specie pollo, per ridurre sia l’infezione che la trasmissione possono essere applicati piani vaccinali con ceppi vivi e attenuati.
In Italia, attualmente risultano essere autorizzati due differenti vaccini commerciali, il vaccino MS1 (Nobilis MS live, MSD Animal Health Inc.) ed il vaccino MS-H (Vaxsafe MSH; Bioproperties Ltd., Ringwood, Victoria, Australia). Quest’ultimo risulta essere quello maggiormente utilizzato nel settore avicolo italiano (galline ovaiole o polli riproduttori). Distinguere routinariamente tra ceppo vaccinale e ceppi di campo diventa quindi fondamentale nei programmi di controllo diagnostico. Nel corso degli ultimi anni, differenti metodiche molecolari sono state messe a punto a tale scopo. Il metodo di più ampio impiego è stato sicuramente quello proposto da Bencina et al., 2001 (2) e successivamente perfezionato da Hammond et al., 2009 (3) che prevede l’analisi GTS (gene targeted sequencing) della regione conservata al 5’ del gene variable lipoprotein and hemagglutinin A (vlhA), presente in singola copia nel genoma di MS. Questo metodo è utilizzato per distinguere i ceppi vaccinali da quelli di campo, ma, è stato più volte dimostrato (4-5), che in alcune aree geografiche non sempre è in grado di discriminare i ceppi in maniera corretta a causa della presenza di ceppi selvatici che presentano lo stesso tipo del ceppo vaccinale. Per MS sono state pubblicate anche altre metodiche molecolari come MLST (Multi-Locus Sequence Typing) (6, 7), basate sull’amplificazione e sequenziamento di diversi geni housekeeping che risultano avere un alto potere discriminatorio, ma i tempi di analisi ed i costi associati, possono rappresentare un limite per la loro applicazione in sistemi routinari di screening. Recentemente è stata pubblicata una metodica molecolare MLV A (Multi-Locus Variable Number of Tandem Repeats Analysis) (5) che oltre ad avere un buon potere discriminatorio nel differenziare i ceppi di MS si è rivelata utile per la discriminazione tra ceppi vaccinali e ceppi di campo. Il metodo MLV A si basa sull’amplificazione di determinati loci di DNA contenenti un numero caratteristico di tandem repeats (TR). Dalla dimensione finale dell’amplificato si deduce il numero di TR nel locus amplificato. La combinazione del numero di TR presenti in ogni locus di ogni campione analizzato definisce lo specifico profilo genotipico GT. Questa metodica, grazie anche all’impiego di strumentazioni di elettroforesi capillare che rendono la valutazione del numero di TR presenti nei loci sempre più precisa e rapida, risulta essere più economica e rapida delle precedenti e quindi un ulteriore strumento laboratoristico per il controllo e verifica dei gruppi vaccinati.
Nel presente lavoro viene valutato l’impiego di un protocollo MS-MLV A parzialmente modificato per discriminare ceppi di MS isolati da gruppi di animali provenienti da allevamenti vaccinati e non.