Cordioli B., Bacchin C., Palazzolo L., Rizzardi A., Montagner A., Zarpellon G., Bottin S., Guolo A., Drigo I., Bano L.

Il genere Enterococcus (E.) identifica cocchi Gram-positivi disposti in catene per un totale di 36 specie batteriche (Fisher & Phillips, 2009). In patologia aviare gli enterococchi possono provocare diverse forme cliniche: onfaliti, endocarditi, encefaliti e patologie articolari (E. faecalis in ovaiole e riproduttori ed E. cecorum in broiler) a trasmissione diretta e indiretta. I soggetti possono infettarsi in seguito alla contaminazione dell’uovo con materiale fecale, ma anche per via inalatoria, orale, transcutanea o iatrogena (es: lotti vaccinali contaminati da E. faecalis) (Pattison et al., 2007).
E. cecorum è un patogeno anaerobio facoltativo, catalasi e ossidasi negativo, che predilige atmosfere con 5% di CO2 e terreni solidi addizionati col 5% di globuli rossi di pecora incubati preferibilmente a 35 °C. Studi recenti hanno dimostrato che la sua persistenza nell’ambiente è inversamente proporzionale alla temperatura e all’umidità (Grund et al., 2020). Il microrganismo è responsabile di osteonecrosi e spondilite nel broiler, patologia emergente e cosmopolita comparsa in Italia nel 2009, che coinvolge preferibilmente soggetti maschi a partire da 28 giorni di vita e riproduttori di 6-8 settimane, con mortalità e morbilità che possono raggiungere rispettivamente il 35% e il 15% (Bano et al., 2010; Jung et al., 2018).
Il quadro sintomatologico associato alla spondilite prende il nome di “kinky back”: atteggiamento dovuto al danno spinale che costringe il soggetto a poggiare sui tarsi o sul coccige con gli arti inferiori estesi cranialmente. Le lesioni caratteristiche sono delle osteonecrosi o osteomieliti in cui il tessuto osseo è danneggiato e progressivamente sostituito da materiale necrotico-eterofilico osservabile a livello di corpo vertebrale o di epifisi femorale prossimale. Le lesioni a carico del rachide si localizzano principalmente a livello della sesta vertebra toracica (T6), unica vertebra mobile della colonna vertebrale del pollo, e talvolta anche di T7 (Wideman, 2016; Palazzolo et al., 2021). Le sollecitazioni meccaniche a carico dall’apparato scheletrico di soggetti a rapido accrescimento, come gli ibridi commerciali, si concentrano sulla vertebra T6 comportando microfratture ossee simili a quelle che si osservano nelle ossa lunghe in caso di osteocondrosi disseccante (ODC), che può essere seguita da osteonecrosi batterica con osteomielite (BCO) (Wideman, 2016). Infatti, in casi di setticemie da E. cecorum, le microemorragie intraossee favoriscono l’invasione di tale tessuto da parte dei batteri circolanti e un loro successivo sequestro all’interno di tessuto osseo immaturo, in cui esercitano attività litica, e la conseguente spondilite. Il procedere del processo litico porta alla formazione di un nucleo di materiale osteo-necrotico-eterofilico che può fistolizzare sia verso la cavità celomatica, dove viene racchiuso da una capsula fibrosa che circonda classicamente la lesione, sia verso il canale vertebrale dove può causare compressioni del midollo spinale in seguito al cedimento del tessuto vertebrale patologico. Le lesioni e la sintomatologia (kinky back) che si osservano in caso di spondilite sono solo le manifestazioni più evidenti di setticemie precoci da E. cecorum. Infatti, non è infrequente l’isolamento del microrganismo da organi parenchimatosi o da segmenti ossei di pulcini di pochi giorni.
La spondilite da E. cecorum risulterebbe correlata direttamente al grado di colonizzazione intestinale osservato nella prima settimana di vita (anche nel primo giorno), come hanno dimostrato 2 studi longitudinali di tipo caso-controllo, condotti con due metodiche diverse: una di batteriologia classica e l’altra su base bio-molecolare (Borst et al., 2017; Jung et al., 2017). Quest’ultima, sebbene sia una tecnica potenzialmente quantitativa, nello studio citato non veniva correlata a una carica intestinale di E. cecorum, ma solo a valore CT.
L’obiettivo dello studio è quantificare la presenza di E. cecorum in ambito intestinale in broiler di pochi giorni e definire il limite considerabile predittivo per la successiva comparsa di spondilite enterococcica.